Lo studio Odontoiatrico deve diventare un “luogo di esperienza” nel quale il paziente, attraverso il maggiore coinvolgimento, viva momenti memorabili. Per fare questo è necessaria un’ evoluzione in tema di cultura organizzativa: passare ,attraverso nuove iniziative e nuovi servizi, da una gestione unicamente clinica e di prodotto/tecnologia a quella di esperienza. In questo caso, pur rimanendo l’eccellenza clinica elemento di base, imprescindibile e sempre all’avanguardia, deve esser così solida e professionale, da consentire su di essa, la costruzione di un modello di esperienza che trasformi lo studio in un “contenitore di emozioni”. Lo studio non offre più solamente piani di cura e sedute di igiene, ma, insieme a questi offre la cultura della salute e del benessere duraturo . Pensate alle sale di sterilizzazione “a vista”, le stanze “relax”, gli ambienti di “condivisione” con lo staff come biblioteche o piccoli ambienti fitness. La terapia diventa così la forma attraverso la quale comunicare un messaggio anche culturale. L’esperienza della “cura” si può rendere ricca di sensazioni, ma cosa più interessante è che queste vengono create da ogni paziente in modo assolutamente differente. Ecco che si giunge al valore personale della cura e all’importanza della personalizzazione e della relazione con il paziente. Orientare lo studio su questo modello significa distaccarsi totalmente dalle omologazioni che tanto piacciono alla società di oggi, e questo, in termini organizzativi e gestionali costa anche più caro. Ho tuttavia l’impressione che sia molto stimolante integrare nella vita di studio , iniziative culturali, etiche, didattiche e sociali che offrano nuove esperienze e ci facciano concentrare sulle “emozioni degli altri”. Coinvolgere gli altri migliora lo staff, i clinici, la cura…e questo ci fa stare meglio. E ci fa sentire anche più liberi.